venerdì 20 gennaio 2012

Premessa: l'intelligenza cinestetica oggi a scuola

”Scrivendo questo libro, mi proposi di minare la nozione comune di intelligenza come capacità o potenziale generale che ogni essere umano possiederebbe in misura più o meno grande. Nello stesso tempo intendevo mettere in discussione l’assunto che l’intelligenza, comunque venga definita, possa essere misurata da strumenti verbali standardizzati, come test con carta e matita e fondati su risposte brevi e batterie di domande”
           Howard Gardner   

 il contesto socio-culturale dell’Occidente di oggi ha sempre dato un maggior peso alle intelligenze linguistico-verbale e logico-matematica, trascurando tutte le altre che hanno goduto e godono invece di ampia considerazione in culture diverse dalla prima.

Precisazione pedagogica: per camminare a passo con i propri tempi, la scuola attuale deve puntare alla formazione di giovani che abbiano teste “versatili”, ossia cervelli in grado di imparare sempre cose nuove e in grado di attivare una diversità di competenze in passato non richieste
A tutt’oggi la scuola italiana mantiene ancora in piedi un modello anacronistico di pedagogia, incentrato sullo sviluppo e la valorizzazione esclusiva dell’intelligenza logico-matematica e linguistica, con il risultato di avere due effetti negativi, uno sul piano educativo, consistente nell’esaltare e motivare gli alunni più dotati sul piano logico-matematico e linguistico, demotivando però la parte restante degli studenti, l’altro sul piano sociale, poiché mantiene le distanze con la realtà circostante. Fatte queste premesse, ci possiamo ora focalizzare sull’intelligenza cinestetica e, in particolare, sulle sue connessioni neurologiche, i suoi legami con le altre competenze cognitive (spaziale ed interpersonale di cui ho accennato), la sua importanza educativa nella formazione integrale dei giovani e terapeutica nella cura di alcune malattie.



Tratto da psicolab.net

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