Apprendimento del mondo e sviluppo dell’identità
Durante la prima infanzia, la motricità e l’uso dei sensi assumono un ruolo
fondamentale nel processo di costruzione della conoscenza.Riprendendo le teorie elaborate dal celebre psicologo J. Piaget, la conoscenza risulta
infatti essere un repertorio di azioni sia fisiche che mentali, ossia un insieme di
schemi mentali che il bambino realizza successivamente alle proprie esperienze di
contatto con la realtà circostante.
Nei primi mesi di vita, tali schemi sono stati definiti dal medesimo studioso, schemi
senso-motori, poiché sono il prodotto di azioni elementari come guardare, assaggiare,toccare, ascoltare, raggiungere, prendere, afferrare, lanciare, ecc.
A quest’età, la dimensione conoscitiva di oggetti, persone ed ambiente in generale
non andrà oltre i sensi; solo più tardi, il bambino sarà in grado di costruire schemimentali, acquisendo la capacità di operare confronti tra oggetti e persone, di creare
categorie, fino a conquistare, in età adolescenziale, competenze analitico-deduttive e
di ragionamento sistematico.
Oltre ad essere il mezzo di conoscenza del mondo, il corpo costituisce il terreno su
cui il bambino si sperimenta e coglie, per la prima volta, il senso di sé, primo passo
per la formazione della propria identità.
E’ a partire, infatti, da questo periodo che il bambino va foggiandosi un modello
interno di sé, ossia la consapevolezza di vivere autonomamente dagli altri e dalla
realtà esterna, nonché di possedere qualità e proprietà individuali.
Come riporta la studiosa Helen Bee
l’apprendimento del senso di sé procede
secondo due fasi:1) nella prima fase, definita fase del sé soggettivo o sé esistenziale, il bambino si
percepisce come separato dagli altri e dalle cose, in grado di mantenersi nellospazio e nel tempo e di esistere, pertanto, indipendentemente dalla realtà
circostante.
2) Nella seconda fase che si verifica a partire dai 9-12 mesi, il bambino acquisisce
l’idea di permanenza del sé, tale da concepirsi come un oggetto nel mondo,con proprie qualità e proprietà.
Da quanto sinora esposto, ne consegue che maggiori saranno le esperienze di
interazione del bambino con persone ed oggetti che lo circondano, migliore sarà la
percezione del proprio sé.
Tratto da psicolab.it
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