martedì 24 gennaio 2012

Il movimento: aforismi

Con l’età esploriamo le nostre capacità e iniziamo a scoprire ciò che il nostro corpo può fare. L’esplorazione e il movimento del nostro corpo quindi ci induce a conoscere la nostra struttura fisica e a sviluppare l’immagine del nostro corpo. Questo esame ed uso del corpo si connette nell’intero arco della vita con lo sviluppo cognitivo. Ancora più importante è il rapporto tra danza/attività motoria ed emozioni.


Non arrivo a strapparmi dal ricordo quelle parvenze, quelle musiche, quei gesti che esprimevano, senza parole, un eccellente tipo di linguaggio muto.
(Shakespeare, "La Tempesta")

Io crederei solo ad un dio che sapesse danzare. E quando vidi il mio diavolo, lo trovai serio, esatto, profondo e solenne. Era lo spirito della gravità, per lui precipitano tutte le cose: non si uccide con l'ira, ma con il sorriso. Su, uccidiamo lo spirito di gravità! Ora sono leggero, ora volo, ora mi vedo sotto di me, ora è un dio che si serve di me per danzare. Così parlò Zarathustra.
(Nietzsche, "Così Parlò Zarathustra")

La danza in tutte le sue forme, non può essere esclusa da una nobile educazione: danzare con i piedi, con le idee, con le parole, e devo aggiungere che bisogna saper danzare con la penna?
(Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888)


Il traning nell' età prescolare


La danza creativa come dice la parola stessa è una danza sviluppata dalla creatività dell' allievo.
I bambini, prima di entrare nelle dinamiche tecniche della danza classica e contemporanea, hanno bisogno di vivere liberamente il movimento esplorandolo, analizzandolo e inventandolo.
Questo avverrà attraverso la sperimentazione degli elementi base della danza quali l’azione, lo spazio, la dinamica e la relazione, elementi fondamentali che saranno quindi già’ presenti nel bambino quando inizierà lo studio della tecnica, e diventeranno un patrimonio importante al quale attingere.
Lo studio della tecnica classica può essere estremamente impegnativo, e la difficoltà dell' apprendere schemi motori complessi e "inusuali" rischia di scoraggiare il giovane allievo che si avvia ad imparare "l' arte del balletto" . Per questo è di fondamentale importanza che il bambino non esegua dei movimenti schematici e privi di sensazioni, al contrario nella danza creativa l' allievo danza attraverso l’immaginazione, l’ascolto e il sentire il proprio corpo, attività che stimolano un’ importante percorso qualitativo per la persona in quanto tale e per il futuro ballerino.

Danza CreativaEntrare nella danza dalla porta del gioco:


La danza creativa insegna al bambino come riconoscere in sè stesso un “gioco da esplorare", da vivere e da condividere e comunicare. Attraverso il "gioco-danza" e l' utilizzo di oggetti che aiutano i bambini a riconoscere in maniera più chiara le situazioni, nascono personaggi sempre nuovi, protagonisti insieme alla musica delle nostre storie.
Il clima sereno nel quale si compie l' esperienza della danza creativa, permette al bambino, di raggiungere senza inibizioni, una nuova consapevolezza del proprio corpo e di conseguenza una maggiore sicurezza di sè.

venerdì 20 gennaio 2012

Le diverse finalità dell' attività psicomotoria


Durante la prima infanzia, l’attività corporea risulta notevolmente utile su diversi
piani: motorio, cognitivo, psico-emotivo e sociale.
Occorre tuttavia sottolineare come il raggiungimento di ogni piano preveda una
differenziazione negli esercizi motori.
A seconda degli obiettivi da raggiungere, l’attività motoria viene allora distinta in:

1)Motricità, ginnastica ed educazione motoria : attività che stimolano il
bambino a muoversi e a svolgere esercizi armonici e funzionali allo sviluppo di
potenzialità motorie.

2)Psicomotricità : attività che, a differenza della prima, si pone come finalità la
conquista di competenze cognitive da parte del bambino: ne sono un esempio i
giochi topologici, chiamati così in quanto offrono la possibilità al medesimo di
rapportarsi con lo spazio, giungendo spontaneamente alla scoperta di concetti
regolatori quali alto/basso, lungo/corto.

3)Psicomotricità espressiva , attività motoria finalizzata a stimolare nel bambino
la liberazione di emozioni latenti, in primis l’energia aggressiva intrinseca
nella natura di ogni individuo, fin dalla più tenera età, come mise per la prima
volta in evidenza S. Freud, fondatore della psicoanalisi, secondo il quale la
struttura della personalità è in origine solo ES, ossia sede di pulsioni e desideri
sessuali ed aggressivi.



Nella prima infanzia: il ruolo della motricità



Apprendimento del mondo e sviluppo dell’identità

Durante la prima infanzia, la motricità e l’uso dei sensi assumono un ruolo
fondamentale nel processo di costruzione della conoscenza.
Riprendendo le teorie elaborate dal celebre psicologo J. Piaget, la conoscenza risulta
infatti essere un repertorio di azioni sia fisiche che mentali, ossia un insieme di
schemi mentali che il bambino realizza successivamente alle proprie esperienze di
contatto con la realtà circostante.



Nei primi mesi di vita, tali schemi sono stati definiti dal medesimo studioso, schemi
senso-motori, poiché sono il prodotto di azioni elementari come guardare, assaggiare,
toccare, ascoltare, raggiungere, prendere, afferrare, lanciare, ecc.

A quest’età, la dimensione conoscitiva di oggetti, persone ed ambiente in generale
non andrà oltre i sensi; solo più tardi, il bambino sarà in grado di costruire schemi
mentali, acquisendo la capacità di operare confronti tra oggetti e persone, di creare
categorie, fino a conquistare, in età adolescenziale, competenze analitico-deduttive e
di ragionamento sistematico.
Oltre ad essere il mezzo di conoscenza del mondo, il corpo costituisce il terreno su
cui il bambino si sperimenta e coglie, per la prima volta, il senso di sé, primo passo
per la formazione della propria identità.
E’ a partire, infatti, da questo periodo che il bambino va foggiandosi un modello
interno di sé, ossia la consapevolezza di vivere autonomamente dagli altri e dalla
realtà esterna, nonché di possedere qualità e proprietà individuali.

Come riporta la studiosa Helen Bee

 l’apprendimento del senso di sé procede
secondo due fasi:



1) nella prima fase, definita fase del sé soggettivo o sé esistenziale, il bambino si
percepisce come separato dagli altri e dalle cose, in grado di mantenersi nello
spazio e nel tempo e di esistere, pertanto, indipendentemente dalla realtà
circostante.

2) Nella seconda fase che si verifica a partire dai 9-12 mesi, il bambino acquisisce
l’idea di permanenza del sé, tale da concepirsi come un oggetto nel mondo,
con proprie qualità e proprietà.
Da quanto sinora esposto, ne consegue che maggiori saranno le esperienze di
interazione del bambino con persone ed oggetti che lo circondano, migliore sarà la
percezione del proprio sé.

Tratto da psicolab.it

Premessa: l'intelligenza cinestetica oggi a scuola

”Scrivendo questo libro, mi proposi di minare la nozione comune di intelligenza come capacità o potenziale generale che ogni essere umano possiederebbe in misura più o meno grande. Nello stesso tempo intendevo mettere in discussione l’assunto che l’intelligenza, comunque venga definita, possa essere misurata da strumenti verbali standardizzati, come test con carta e matita e fondati su risposte brevi e batterie di domande”
           Howard Gardner   

 il contesto socio-culturale dell’Occidente di oggi ha sempre dato un maggior peso alle intelligenze linguistico-verbale e logico-matematica, trascurando tutte le altre che hanno goduto e godono invece di ampia considerazione in culture diverse dalla prima.

Precisazione pedagogica: per camminare a passo con i propri tempi, la scuola attuale deve puntare alla formazione di giovani che abbiano teste “versatili”, ossia cervelli in grado di imparare sempre cose nuove e in grado di attivare una diversità di competenze in passato non richieste
A tutt’oggi la scuola italiana mantiene ancora in piedi un modello anacronistico di pedagogia, incentrato sullo sviluppo e la valorizzazione esclusiva dell’intelligenza logico-matematica e linguistica, con il risultato di avere due effetti negativi, uno sul piano educativo, consistente nell’esaltare e motivare gli alunni più dotati sul piano logico-matematico e linguistico, demotivando però la parte restante degli studenti, l’altro sul piano sociale, poiché mantiene le distanze con la realtà circostante. Fatte queste premesse, ci possiamo ora focalizzare sull’intelligenza cinestetica e, in particolare, sulle sue connessioni neurologiche, i suoi legami con le altre competenze cognitive (spaziale ed interpersonale di cui ho accennato), la sua importanza educativa nella formazione integrale dei giovani e terapeutica nella cura di alcune malattie.



Tratto da psicolab.net

domenica 1 gennaio 2012

La danza terapia e la pet therapy

 preso dal sito di Maria Fux
 una  danza  per 
conoscersi meglio e incontrare gli altri

come affermato nei precendenti post ritengo che l' intelligenza cinestetica ha come
 maggiore sviluppo due arti una delle quali è la danza , e perchè non usare quest' arte
 proprio per curare le persone e i bambini ?

dice una allieva di Maria:
“Grazie alla danza sono tornata ad avere una nuova vita, prima ero molto timida 
ed incapace di affrontare il mondo.
Mentre danzo sento la forza, il ritmo, la melodia e comunico meglio con il mio corpo. (…)
Nuovamente ringrazio la meravigliosa danza moderna che mi ha trasformato in una donna libera, aperta ed allegra.”



  • nil bambino
  • nl’adolescente
  • nl’adulto
  • nl’anziano

Quando siamo bambini abbiamo bisogno di muoverci, perché muovendoci esprimiamo
 la nostra voglia di ridere, di piangere o di giocare.
Mentre cresciamo il nostro corpo, per i tabù di una civilizzazione che corrompe il nostro bisogno d’espressione, perde sempre di più il desiderio di mobilità.
Ma come sarebbe meraviglioso se sapessimo comunicare con il corpo, stimolati dal 
desiderio di esprimerci attraverso la musica, o senza questa, facendo del corpo uno
 strumento di comunicazione tra quello che vogliamo fare, tra quello che possiamo fare 
e tra quello che scarichiamo per poter esprimerci.
Maria Fux

  • Il silenzio può essere danzato

Ogni movimento proiettato nello spazio ha il suo ritmo, anche se realizzato senza musica. Ognuno produce ritmo in maniera diversa, personale e creativa.
Esprimersi attraverso il corpo è come parlare.

Le lezioni integrate di udenti e non udenti, tenute per molti anni, mi hanno fatto capire 
sempre più l’importanza dell’aspetto non verbale e della possibilità di instaurare rapporti tramite il MOVIMENTO.

 una  danza  per il non vedente
  • Incontro con l’espressività addormentata

  • “Il primo passo fu quello di ispirar loro fiducia nello spazio che non potevano vedere.
    Man mano che approfondivamo la reciproca conoscenza e i non vedenti acquistavano fiducia
    in se stessi e nello spazio in cui si muovevano si osservava ancor di più la loro 
    emozione ed allegria.
    I loro corpi rigidi all’inizio diventarono flessuosi, si abbandonarono al ritmo interno 
    e alla loro 
    fondamentale necessità, rimasta sopita per lunghi anni, di muoversi.
    I volti rispecchiavano quanto il loro corpo, improvvisamente, rivelava loro e man
     mano cambiavano espressione.”
                    Maria Fux




  • Maria balla per i poliomelitici dell’Ospedale Ferrer di Buenos Aires mentre loro l’accompagnano con il canto.

Quella notte (…) sognai di trovarmi in un polmone d’acciaio e che il mio corpo era inerte,
 sentii la durezza del metallo sul mio corpo e l’impossibilità di muovermi.La mattina
 seguente (…) mi dissero che quella stessa notte i malati avevano sognato che i loro
 corpi si muovevano e danzavano.” 
                            Maria Fux


per quanto mi riguarda anche colegata all' intelligenza cinestetica nella cura dei problemi fisiopatologici e psicologici è importante anche la pet therapy in quanto vi è contatto tra 
due corpi che permette di unire due anime. 
Tratto da Wikipedia 
Con il termine pet therapy (in italiano, zooterapia) s'intende, generalmente, una terapia dolce, basata sull'interazione uomo-animale.
Si tratta di una terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo.[1]
La pet therapy non è quindi una terapia a sé stante, ma una co-terapia che affianca una terapia tradizionale in corso. Lo scopo di queste co-terapie è quello di facilitare l'approccio medico e terapeutico delle varie figure mediche e riabilitative soprattutto nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione spontanea. La presenza di un animale permette in molti casi di
consolidare un rapporto emotivo con il paziente e, tramite questo rapporto, stabilire sia un
 canale di comunicazione paziente-animale-medico sia stimolare la partecipazione attiva del paziente.







Come riconoscere l' intelligenza cinestetica

L' intelligenza cinestetica favorisce il controllo del proprio corpo, la coordinazione dei movimenti, l' espressività attraverso la mimica e la gestualità, implica abilità nella manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi.
Se un bambino che si muove poco, che appare lento, goffo e impacciato indica inequivocabilmente uno scarso sviluppo di questa intelligenza, sarà bene non lasciarsi ingannare dal caso opposto cioè da chi si muove in continuazione.
L' iperattività, a prescindere dalla causa che l' ha originata, indica in ogni caso uno scarso controllo del corpo.
Per scoprire le potenzialità connesse all' intelligenza cinestetica occorrerà osservare l' equilibrio statico e dinamico, le abilità relative alla motricità globale, la competenza nelle abilità fino-motorie, la coordinazione oculo-manuale, le abilità manipolative grafiche, l' espressività. Un' adeguata acquisizione dello schema corporeo emerge  anche dalla capacità di saper rappresentare attraverso il disegno della figura umana. Risulta infatti che alcuni soggetti, pur essendo abili nella riproduzione grafica del reale, se presentano lacune a livello dell' interiorizzazione  dello schema corporeo, disegneranno figure incomplete, sbilanciate o con arti mancanti.
Fermo restando che un efficace controllo del corpo e lo sviluppo di forza , velocità e destrezza, siano espressioni di benessere e vitalità, sarà opportuno prestare attenzione che un bambino eccessivamente  fiducioso nelle possibilità del proprio corpo non utilizzi queste sue doti con finalità aggressive o di sopprafazioni fisiche a danno degli altri.
Importante appare dunque il ruolo della scuola o di ogni altra agenzia educativa a orientare eticamente le potenzialità di ciascun soggetto e a stimolarne l' uso creativo.

Due possibili sviluppi sportivi in chi ha un elevato sviluppo di intelligenza cinestetica

 Fra tutti gli usi del corpo umano nessuno ha raggiunto livelli superiori alla danza e alla ginnastica, possiamo infatti definirle come un insieme di sequenze culturalmente schematizzate di movimenti corporei non verbali che sono intenzionali, intenzionalmente ritmici e dotati di un valore estetico agli occhi di coloro per il quale il danzatore/ginnasta si sta esibendo.
Questi sport possono assolvere un fine educativo in un rito di iniziazione, rappresentando la trasformazione attraverso la quale passerà infine un individuo: vengono infatti sviluppati tratti fondamentali per una crescita e uno sviluppo sano del soggetto dal momento in cui si accentuano tratti come l' autostima, il lavoro di squadra, il rispetto per gli altri e per se stessi, la responsabilità...
Fortemente collegato allo sviluppo dell' intelligenza cinestetica si collegano l' intelligenza emotiva, quella interpersonale e quella spaziale, basti infatti pensare come un bambino sicuro del suo corpo con una buona autostima di base si rapporti molto più facilmente con lo spazio circostante e con gli altri suoi coetanei e con tutti coloro che lo circondano. La ginnastica e la danza sembrano per l' appunto essere contrassegnate da certi caratteri i quali si dimostrano più pertinenti a una considerazione del modo in cui le abilità sono incorporate nell' intelligenza cinestetica. Quando si imparano questi due sport , si viene tenuti da dietro dal maestro e mossi in modo da eseguire le figure appropiate, poi l' allievo deve rivolgere la sua attenzione a varie altre richieste: deve accrescere la sua conoscenza, a curare i rapporti interpersonali, a conoscere lo spazio.
L' intelligenza del corpo nella nostra cultura messa in
luce da questi due sport evidenzia inoltrel' abilità di 
eccellere in grazia, forza, velocità, precisione e gioco di squadra,  non fornendo solo una fonte di piacere all' atleta stesso, ma serve anche per innumerevoli 
osservatori come mezzo di divertimento, stimolazione 
e distensione. 
Secondo me, dato ciò che ho esposto, lo sviluppo di 
questo tipo di intelligenza è molto più fondamentale di 
quello che normalmente si pensa, quindi per noi futuri educatori del nido l' attenzione alla fase sensomotoria è importantissima, tanto quanto continuare a svillupare e potenziare tutte le intelligenze dei bambini.


Bibliografia
La nuova scienza della mente, feltrinelli, 1988
Formae mentis, feltrinelli, 1991
Educare al comprendere, feltrinelli, 1999